TESSITURA
Quando Aracne avvolgeva la lana grezza in matasse, quando la trattava con le dita e, tirandola, allungava i bioccoli e li ammorbidiva, quando col pollice agile faceva girare il fuso tornito, quando ricamava, chiunque avrebbe immaginato che tale arte le fosse stata insegnata da Atena…
(Ovidio, Metamorfosi, VI, 19-23)
È questa la sorte toccata a Aracne, una donna della mitologia greca, che osò sostenere che le sue capacità tessili fossero superiori addirittura a quelle della stessa Atena che, toccata dall’arroganza di questa figura mortale, si offese, dandole, però, la possibilità di farsi perdonare. Si travestì come una vecchia e consigliò Aracne di pentirsi della sua arroganza, ma la donna la derise e disse che avrebbe voluto sfidare la dea in una gara consistente nella tessitura di un arazzo. L’invidiosa Atena, vista l’effettiva grande abilità della concorrente, andò su tutte le furie, distrusse il lavoro di Aracne e la trasformò in un ragno, costringendola a tessere la sua tela per l’eternità. Non è un caso che Atena rappresenti entrambe queste arti: la tessitura e la guerra. Tramare e ordire sono azioni che concorrono a formare un tessuto: dalla semplice stoffa a quella più elaborata e, in senso allegorico, una serie di relazioni ed intrecci sociali tessuti in maniera nascosta e sotterranea. Se l’ordito sulla tela è rappresentato dai fili tesi in verticale, la trama, inserita nel passo dell’ordito, è costituita dai fili disposti in orizzontale, da una cimosa, cioè il bordo all’altra.
La tessitura è una tradizione ancestrale, ‘capace di legare con un filo invisibile millenni di cultura e di storia materiale’. Nel 1993 la Riserva Regionale Lago di Penne ha allestito un laboratorio didattico di tessitura e macramé e un gruppo di operatori della Cogecstre e Samara coordinati da Lidia Di Fabrizio e Maria Bellini portano avanti varie attività con i ragazzi. Il laboratorio ha invitato tante donne a riaprire i bauli per tirare fuori e far tornate a respirare tessuti fatti a mano con l’intento di riportarli alla luce e riposizionarli in un posto d’onore. In molte case dell’area Vestina, si torna a guardare con maggiore attenzione le vecchie stoffe filate, tessute e tinte in maniera artigianale, riconsiderando e rivalorizzando non solo i ‘vecchi stracci’, usati e magari un pò lisi ma anche le tele intonse e macchiate, per il lungo periodo trascorso al chiuso. Strofinacci, lenzuola, tele per materassi e cuscini, sono testimoni delle generazioni di fine Ottocento ed inizi del Novecento e dote di tante fanciulle portate in sposa, ancora fino al secondo dopoguerra, quando il boom economico non aveva ancora annullato antiche tradizioni e costumi.
DIDATTICA
È incredibile vedere come i bambini rimangano ipnotizzati dal lavoro al telaio e dalla navetta che si sposta da un lato all’altro come uno strano congegno che scandisce il tempo a suo modo. Anche i bimbi più ‘irrequieti’ riescono a chetarsi e a farsi ‘intrappolare’ dalla sequenza dei gesti, sempre uguali, che si ripetono quasi per un meccanismo autonomo, alza, abbassa, passa e batti… mentre, complici i colori dei filati, si incantano tra le trame della loro tela in miniatura, pregustando il risultato finale, e progettando la realizzazione di una sciarpina, di una borsetta o di qualcos’altro da portare con soddisfazione in dono ai propri cari come orgogliosa testimonianza delle proprie capacità e di un apprendimento.
La tessitura costituisce un ottimo esercizio per lo sviluppo delle capacità motorie del bambino con particolare riguardo al coordinamento tra arti superiori ed inferiori, mani e piedi, tra destra e sinistra, tra prima e poi, consentendo di migliorare il coordinamento occhi-corpo, la concentrazione e l’affinamento delle capacità manuali.
Il lavoro manuale, lento e metodico favorisce il miglioramento della sensibilità verso le materie ed i colori presentandosi come mezzo di ricerca espressiva atto a stimolare la fantasia, in combinazione con altri laboratori di editoria e falegnameria.
Nel laboratorio di tessitura non si va solo per vedere il tessitore all’opera, come in una sorta di spazio fuori tempo e fuori luogo, come un cimelio museale ormai estinto e quindi da esporre in una vetrina, ma si va per tessere. L’artigiano costruisce la tela filo dopo filo come lo scrittore compone la sua opera lettera dopo lettera, parola dopo parola…